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MA CHE HAI PER LA TESTA?
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Fasce per capelli: un accessorio senza tempo
Scritto il 01 october 2020 da Paola
Moda & Stile 1799 visualizzazioni 0 commenti Condividi l'articolo con un tuo amico
C'è chi lo considera un accessorio eccentrico. Può essere semplice, versatile, addirittura sportivo! Colorato, col fiocco o annodato. Qualche volta anche un po' appariscente, oppure solo elegante e chic.



Se è vero che non tutte le donne sono disposte a portare un accessorio tra i capelli, bisogna ammettere che molte altre usano CERCHIETTI, FASCE, FOULARD e TURBANTI per ricreare dei look subito vintage e sofisticati! E poi diciamolo, è adatto ad ogni viso e a ogni età. E scegliendolo con attenzione, possiamo dire addio ai capelli in disordine (anche per affrontare al meglio un’intera serata di social dance!).
Basta trovare la propria dimensione… ed il gioco è fatto!




Momento International

In inglese (ma ormai per il mondo intero) si chiamano “HEADBAND”, che si traduce letteralmente con “fasce per capelli”, usato però più in generale per indicare qualunque accessorio che adorni la testa, dal cerchietto al foulard.





Attenziò Attenziò

In questo articolo ci occuperemo delle fasce dagli anni ’20 fino agli anni ’40, ma sia chiaro che le headband hanno assunto molte forme diverse nel corso dei secoli e la loro funzione si è evoluta con noi: dalle corone d’alloro dell'antica Grecia, passando dalle preziose fasce piumate dei ruggenti anni ’20, a quelle iconiche di Brigitte Bardot negli anni ’60, per finire ai cerchietti imbottiti di Prada del 2019.





Un Accessorio “SALVA STILE”

Una semplice “fascia per il mal di testa” si trasformò in un accessorio alla moda quasi indispensabile durante i ruggenti anni Venti.
E’ il momento delle “FLAPPER”, una nuova generazione di donne decise a farla finita con le restrizioni del passato e che coraggiosamente diedero vita ai più profondi cambiamenti sociali ed estetici di quel periodo. Come?



Indossavano gonne che scoprivano parzialmente le gambe, ascoltavano la musica nuova, il Jazz, considerato fin troppo moderno e “spinto” per l’epoca. Infatti, su quei ritmi sfrenati, le audaci ragazze ballavano il Charleston, che come sappiamo si ballava “da sole”, in maniera inaccettabilmente “indipendente”. E poi si truccavano in maniera eccessiva, portavano i capelli corti (uno scandalo!) e indossavano i pantaloni, nel vero senso della parola!




Le fasce e i turbanti erano parte integrante del look di una flapper.






I tessuti erano spesso preziosi, seta o velluto, decorati con paillettes, piume ed elementi gioiello.  Ma soprattutto erano molto utili per tenere a posto i capelli mentre si ballava il Charleston! 




Pensate che anche Coco Chanel ne era una fan!



#Curiosità

Ricordate "Il Grande Gatsby"? Si, proprio il film uscito nel 2013 con Leonardo Di Caprio, ambientato negli Stati Uniti in piena Jazz Era



Nella storia, la protagonista femminile è l'ereditiera Daisy Fay, una vera flapper! Innegabile la bellezza e l'eleganza nella pelle tipicamente diafana e negli accessori di cui fa sfoggio durante le numerose scene della pellicola.
PS: Il film è tratto dal romanzo omonimo di Francis Scott Fitzgerald, pubblicato nel 1925.



Anche nello Sport

Un aneddoto interessante è quello della tennista francese Suzanne Lenglen, la quale vinse ben 31 titoli di campionato, diventando la prima vera celebrità del tennis femminile. Naturalmente era una flapper e durante le sue partite indossava sempre una headband come segno di appartenenza (e se ci pensiamo, la fascia è rimasta in uso tra i tennisti fino ai giorni d’oggi, naturalmente in versione moderna).




Le Donne WOW e gli Anni ‘40

Durante la seconda guerra mondiale, le headband hanno assunto una funzione decisamente più pratica. Mentre gli uomini venivano arruolati nell’esercito, le donne lasciavano i lavori domestici per entrare a far parte della forza lavoro a sostegno degli sforzi bellici









Le donne che lavoravano alla produzione di armi e munizioni erano chiamate “WOW” (abbreviazione di Women Ordnance Workers, lavoratrici dell’artiglieria) e indossavano dei foulard intorno alla testa, perlopiù di colore rosso. Ma attenzione, non si trattava di “accessori”, bensì di stoffe (spesso riutilizzate, data la scarsa reperibilità dei tessuti) avvolte in testa come fossero turbanti, al fine di proteggere i capelli delle donne ed evitare che si incastrassero tra i macchinari








Qui di seguito abbiamo una foto del 1943 che ritrae l’attrice cinematografica Veronica Lake, intenta ad illustrare cosa poteva accadere alle donne che sceglievano di lavorare con i capelli sciolti, senza headband di protezione.



A questo punto non possiamo non citare la famosissima immagine “WE CAN DO IT!” commissionata all'artista J. Howard Miller nel 1942, per sollevare il morale delle lavoratrici. “Possiamo farlo anche noi!”, si legge nel fumetto sopra la ragazza, che intanto mostra il bicipite destro.


 
Un concetto sicuramente molto diverso da quello leggero e frivolo delle flapper anni ’20, ma anche da quello che sarebbe stato successivamente con le dive degli anni ’50 (a cui dedicheremo un capitolo a parte).

Questo era tutto ciò da sapere circa questo fantastico accessorio senza tempo. Forse semplicemente un pezzo di stoffa, si, ma che una volta indossato può diventare molto, molto di più.
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